mercoledì 24 ottobre 2012

MA I VAMPIRI FESTEGGIANO HALLOWEEN?

"Ma i vampiri festeggiano Halloween? Come facciamo noi".
La domanda di Brina destó l'attenzione dei familiari, sparsi per il salone, chi intento a giocare a carte, chi a leggere un libro, chi a fumare sparapanzato su un divano godendosi beatamente la sua inutilitá. La ragazzina aveva alzato gli occhi dal libro di tradizioni, che aveva scovato in biblioteca, e aveva pronunziato la domanda. Con l'innocente convinzione che Gli adulti che la circondavano avessero sempre una risposta sensata da darle.
Non era la prima volta che la dodicenne poneva domande riguardanti i vampiri, era una sua piccola ossessione personale. Del resto non era l'unica: la zia Mareborg non poteva vivere senza il suo brandy, la cugina Anita collezionava fidanzati o presunti tali come da bimba aveva collezionato le figurine, suo fratello Erick aveva il chiodo fisso di essere un genio in qualche scienza, ma al momento non aveva ancora comunicato quale. E Brina era interessata alle creature della notte, ignorando apposta il fatto che, come in molti le avevano ripetuto, non esistevano.
Sua mamma si alzó dalla sedia e si diresse verso la figlia. Era alta e bellissima, almeno secondo Brina. "Ma cara, quante volte te l'ho detto: i vampiri non esistono. Ora tesoro vai a finire di leggere il tuo libro in camera. É quasi ora di dormire".
Brina tentó di protestare ma invano. Fu spedita nella sua stanza, "E non dimenticarti di lavarti i denti, amorino mio", fu l'ultima frase che udí pronunciare da sua mamma.
Brina finí il capitolo quindi mise a posto il libro, indossó il pigiama, bevve la solita tisana che sua madre le preparava ogni sera. Infine si lavó i denti e si infiló sotto le coperte chiedendosi se avrebbe mai incontrato un vampiro. Così avrebbe potuto chiedergli finalmente se festeggiasse Halloween. E non solo.
Nei giorni successivi si impegnó a scrivere una lista di domande da porre al vampiro che sperava di incontrare: dopotutto aveva letto che All Hallow's Eve era la notte in cui il mondo dei viventi e quelli dei morti arrivavano a toccarsi e le sembrava logico trovare a spasso qualche succhia sangue.
Giunse infine l'agognata festa e Brina ebbe il permesso di parteciparvi. Gironzoló svogliatamente per un po' osservando gli ospiti ma nessuno corrispondeva alle descrizioni dei vampiri che aveva letto nei suoi libri.
Si mimetizzó il più possibile passando silenziosa da un gruppetto all'altro per riuscire a non esser mandata a letto al solito orario. Sapeva che era quella notte, o mai più.
Poi lo scorse, in un angolo, solitario e distaccato. Una provocante signorina, che riconobbe essere Anita dopo essersi avvicinata, strizzata in un costume nero e trasparente che tentava di imbastire una conversazione ma senza cavare dallo sconosciuto una sillaba di risposta.
Timidamente Brina si avvicinó, dalla tasca del grembiulino del suo costume da Alice trasse fuori il foglietto con le domande. Il viso illuminato da un'espressione speranzosa.
Quello l'adocchió ma finse di ignorarla, dopo tutto era un vampiro e quindi superiore a lei, povera umana destinata ad una fine poco raffinata di decadenza.
Quando la vide avvicinarsi Anita sbuffó, si alzó e se ne andó a cercare la madre di Brina: la bambina le aveva mostrato la sua lista e ora immaginava cosa stesse per fare. Quella storia doveva finire.
Avendo campo libero Brina si presentó, cercando di usare un tono ossequioso e ricordandosi anche di utilizzare il voi (come era abitudine dei vampiri). Prima che l'ospite misterioso potesse anche solo avere una reazione comparve sua madre, radiosa nel suo abito di velluto blue. Borbottó un "La prego di scusare mia figlia. Alle volte dimentica le buone maniere" trascinando via la ragazzina recalcitrante. La piccola mano lasció cadere il foglietto, che lo sconosciuto raccolte con curiosità scorrendo le domande di Brina. Poi si alzó e senza salutare se ne andó. Sorridendo.
Una nebbia viscida e spessa si alzó dal terreno convincendo buona parte degli invitati a lasciare il party in anticipo e decretando il termine della celebrazione. Non era ancora scoccata la mezzanotte e già tutti si erano ritirati nelle loro stanze, addormentandosi pesantemente. Nessuno in famiglia in quelle poche ore di bisboccia aveva lesinato sugli alcoolici.
La nera figura che si materializzó nel salone deserto si trovó campo libero, si pose in attesa e seguendo il rumore del respiro di ciascuno li trovó e ne fece sue vittime trovando delizioso quel sangue nobile e puro.
Per ultima toccó a Brina, che dormiva rannicchiata ancora corrucciata per come era stata interrotta da sua mamma.
Sorrise freddamente poi la scosse. Sussultando la bimba si destó e quasi cacció un urlo alla vista dell'uomo, in piedi davanti a lei con le zanne bene in vista.
"Vuoi sapere se noi vampiri festeggiamo All Hallow's Eve, piccola mortale", la scherní chinandosi su di lei e succhiandole la vita insieme al vermiglio liquido. Si alzó e ghignó "Certo. É la nostra festa preferita, perchè voi stupidi umani mai come in questa notte diventa così facile irretirvi".
Ridendo si dissolve in nebbia e tornó alla sua coven per raccontare della bambina che voleva sapere se i vampiri festeggiano Halloween.

4 commenti:

  1. la storia è carina, ma forse ci sono un po' troppi elenchi di azioni: " finí il capitolo quindi mise a posto il libro, indossó il pigiama, bevve la solita tisana che sua madre le preparava ogni sera. Infine si lavó i denti e si infiló sotto le coperte..." stride un po', e rischia di diventare noiosa. ovviamente è solo un mio modestissimo parere :)
    un abbraccio

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    1. Era il mio obiettivo, dare l'idea della noiositá e della routine della vita della ragazzina...almeno in quella parte! Se l'ho fatto anche in altri punti non esitare a farmelo notare, Le critiche positive son sempre ben accette e il parere di voi lettori mi interessa moltissimo :) ^,.,^

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